Venerdì 14 aprile si è tenuta la prima serata di Dialogo con l’artista. Il primo ospite è stato Clemente di Giovanni, duo campano composto da Clemente Ruotolo e Giovanni Squillante. Insieme a noi sono intervenuti gli amici di “Tutta n’ata storia” che hanno guidato il pubblico alla conoscenza dell’artista. Ad aprire la serata è stato Pietro Savio Ruocco di Blue Train Produzioni che ha introdotto la rassegna d’autore. Lo scopo di questa rassegna, che prevede altri due appuntamenti, venerdì 21 con Barbato e venerdì 28 con BIF, è quello di dare spazio alle voci emergenti del nostro cantautorato.
Il “Dialogo con l’Artista“
Vi siete costituiti come duo nel 2020. In realtà, già precedentemente, avete avuto altre esperienze nel mondo della musica, unite appunto per realizzare Clemente di Giovanni. Anche se adesso cantate e suonate entrambi, avete ruoli diversi, Clemente voce e testi, mentre Giovanni musicista e producer. Come avete unito poi le esperienze personali per realizzare quello che è oggi Clemente di Giovanni?
Giovanni: “In realtà ognuno si occupa del proprio campo e nessuno ha la volontà di andare a sindacare nel campo dell’altro. Clemente scrive dei testi che mi piacciono. Scrive delle canzoni che mi piacciono e quindi io le prendo e le arrangio. Lo stesso fa lui con me quando c’è da arrangiare un brano, che a Clemente “quasi sempre piace”“.
Clemente: “Sì, però all’inizio non è stato facile. C’è il primo brano che abbiamo fatto insieme non come duo, ma prodotto da Giovanni, in cui non riusciamo a capirci perché lui voleva una cosa io un’altra. La canzone è Via di Mezzo, ed è stata forse la produzione più difficile. Però da lì in poi abbiamo fatto l’uno un passo verso l’altro. Abbiamo capito che ognuno potesse dare qualcosa, proprio come fanno “le coppie”“.
La storia di “Via di Mezzo”
Visto che state parlando proprio di Via di mezzo, che è nata prima per “Clemente Ruotolo”. Ci raccontate un po’ come è cambiata?
Giovanni: “È nato tutto da una mia iniziativa. Praticamente ci conoscevamo da poco, in realtà ci conosciamo da tre anni scarsi, mi piaceva molto la canzone e quindi ho fatto la produzione. Diciamo che al primo ascolto Clemente non era molto soddisfatto di come suonava il tutto. Tornando alla domanda, come è cambiato il pezzo… ho circa 40 progetti salvati di questa canzone, quasi tutti uguali se non per qualche variazione musicale. Inoltre, questo brano è stato prodotto durante il secondo lockdown e non potevamo vederci per confrontarci da vicino. Come la raccontate quando la suonate fuori dalla Campania? Perché è un’esperienza molto campana quella di Via di Mezzo“.
Clemente: “All’inizio, soprattutto quando la suonavo voce e chitarra, tendevo a raccontarla tantissimo, perché volevo che le persone capissero. Adesso, fortunatamente grazie a Giovanni e al progetto, riesco anche a mettere da parte il testo. È la teoria di una canzone, perché la musica vale tanto e quindi se una persona vuole capire, la capisce. Poi è chiaro che ogni tanto ci piace raccontarla, dipende come stiamo, che mood abbiamo. Poi lui molto spesso è patriottico. Dato che è di Angri ci tiene a dire che Via di mezzo una strada di Angri. Semplicemente è una canzone che parla di una strada che si chiama via mezzo che è una strada iconica. Un luogo di incontro per i ragazzi e soprattutto per noi“.
“Fai le cose tue“, il primo EP di Clemente di Giovanni
Fry è la prima traccia del nostro EP che è uscito circa due settimane fa che si chiama “FAI LE COSE TUE”, che è una cosa che io dico sempre a Giovanni dopo avergli chiesto qualcosa. Quando so che stai in ansia, o è molto stressato o semplicemente impegnato gli dico, vabbè, non ti preoccupa, fai le cose tue. Quando le persone sentono questa cosa credono che noi stiamo citando l’album, in realtà non è così. Se ad esempio provo a scrivere fai le cose tue su Whatsapp, apparirà solo ed esclusivamente la chat di Giovanni.
Possiamo sapere chi è “DI”?! Abbiamo letto che c’è un terzo componente o che la formazione non è sempre stata la stessa.
Giovanni: “In realtà ci sono vari terzi, abbiamo perso il conto di quante formazioni musicali ha questo progetto. Proprio oggi ho detto a Stefano, che oltre ad essere mio fratello è proprio uno dei tanti terzi, che non abbiamo mai suonato due volte con la stessa formazione. Al abbiamo una formazione in duo, abbiamo una formazione in trio con la tromba, poi in trio con batteria, basso e chitarra. Poi, siccome io vivo a Milano e siccome suoniamo spesso su, abbiamo più formazioni anche li. La maggior parte dei musicisti sono amici che si prestano al progetto e che ovviamente suonano anche con altre persone e altri artisti. Ci sono vari “DI”, tutti molto importanti e indispensabili“.
La collaborazione con “Lacryma Dischi“
Avete detto che è uscito da poco il vostro primo EP, oltre la parte creativa, di cui avete già parlato, ci sono anche altre cose, come la comunicazione, lo shooting, eventuali video, come riuscite a gestire il tutto?
Clemente: “Attualmente, dietro al progetto Clemente di Giovanni, ci sono tante persone: fotografi, videomaker, manager, addirittura abbiamo una persona che si occupa solo dei diritti SIAE, c’è un gruppo di persone che ci segue in tutto. Abbiamo firmato con una piccola etichetta qualche mese fa, che si chiama “Lacryma Dischi”, sono ragazzi che hanno creduto in noi e noi in loro, perché comunque è un’etichetta piccola, e quindi è uno scambio il nostro, un crescere insieme. Siamo continuamente seguiti da Angelo Ranieri, esponente di Lacryma, ma anche di “Futura Dischi”, che è un’etichetta più grande. Abbiamo delle persone capaci che ci seguono, che ci indicano il piano editoriale prima di tutte le uscite, in base a quest’ultimo noi postiamo ogni tot giorni, quella tipologia di foto o video“.
Giovanni: “Loro, inoltre, hanno curato tanto anche la questione immagine social, cosa che abbiamo provato a fare da soli quando abbiamo pubblicato “Le mozzarelle”. Il tutto richiede tantissimo impegno, specialmente se abbiamo delle date quest’anno in giro per l’Italia, noi pensiamo solo alla musica e al tipo di spettacolo da proporre. Tra me e Clemente, io sono quello che ha uno scambio diretto con l’etichetta, propongo le mie idee, non solo musicali ma anche grafiche ad esempio. Ci tengo particolarmente all’immagine, perché per me l’immagine fa tanto, oltre che alla musica, anche perché ho visto artisti emergenti fortissimi, che non sono riusciti ad emergere, allora mi chiedo, perché non ci sono riusciti?! ci sarà un intoppo in questa storia o sono successe delle cose indicibili?! O semplicemente non sono stati seguiti da nessuno?! Per questo ci tengo molto alla cura, anche estetica, del progetto“.
“Una provincia che sa di città”
A proposito di immagine, sulla copertina del vostro EP indossate entrambi una maglia da calcio con due numeri diversi. Perché 19 e 26?
Clemente di Giovanni: “La questione dei numeri è facile da capire, anche se effettivamente molte persone non hanno capito. 19-26, 1926, la data di nascita del Calcio Napoli, era un Easter egg che volevamo lasciare. Siccome siamo due persone molto diverse, ci è venuta l’idea del contrasto. Abbiamo spesso idee molto diverse, anche se alla fine riusciamo a sempre a concludere qualcosa, nonostante tutto. Il calcio poi è una cosa che appartiene a entrambi. Abbiamo deciso di scattare proprio quel momento li, la scivolata, che poi è una scivolata vera, può sembrare finta ma non lo è. La foto rappresenta anche un ambiente provinciale. Infatti è stata scattata nella periferia di Milano, volevamo semplicemente ricreare l’ambiente della partitella di calcio tra amici”.
Dialogo con Clemente di Giovanni
Giovanni e Clemente si conoscono da poco tempo, circa tre anni. Nonostante i caratteri diversi, i vari “contrasti” tra loro, quando suonano insieme tutto svanisce, diventa una cosa sola. Una musica fruibile, mai banale, a volte spiazzante. Tra la provincia di Napoli e quella di Salerno, più precisamente Sant’Antonio Abate ed Angri, è nato un duo che ormai fa parte della scena “indipendente” campana. Blue Train Produzioni ha avuto la fortuna di poterli ascoltare e fare con loro un vero “dialogo con l’artista”.